
È stato un incontro interessante che mi ha fatto
capire soprattutto quali sono le basi su cui si sviluppa l’attuale dibattito,
quali sono le potenzialità e quali le criticità del progetto di riqualificazione degli scali ferroviari.
In particolare molto utile è stato l’intervento introduttivo ad opera di Gabriele Pasqui che, aiutato da alcune
slide, ha illustrato una breve
cronostoria della vicenda dal 2005 ad oggi. Ve la riproponiamo qui sotto.
2005: avvio della contrattazione tra Comune di Milano e Ferrovie dello Stato
2008: prima bozza dell’accordo di programma
2009: variante urbanistica che anticipa le scelte del
redigendo Pgt (piano di governo del
territorio)
2011: al compimento dell’amministrazione Moratti il tema degli scali è un processo
incompiuto, anche se con il nuovo Pgt (approvato nel 2011, ma mai pubblicato e
pertanto mai entrato in vigore) i sette
scali sono classificati tra gli Ambiti di Trasformazione Urbana (ATU)
2011/2012: in sede di emendamenti consiliari nel dispositivo
di piano viene inserita la destinazione
obbligatoria di un 20% circa della slp complessiva ad housing sociale,
edilizia convenzionata, agevolata e affitto, per un totale di 223.000 m². Le previsioni di aree a verde ammontano
a 757.000 m², con una percentuale minima del 30% di superficie territoriale negli
scali di Porta Romana e Greco-Breda e massima dell’80% a San Cristoforo
Novembre
2012: si riavvia la contrattazione
tra Comune di Milano e Ferrovie dello Stato
Settembre/ottobre
2015: sottoscrizione del nuovo
testo dell’Accordo di Programma
Dicembre
2015: l’accordo non viene
ratificato dal Consiglio Comunale di Milano www.affaritaliani.it/milano/scali-ferroviari-maggioranza-battuta-in-consiglio-396958.html
- 1.250.000 m² di superficie complessiva, di cui 193.800 di aree da mantenere strumentali all'esercizio ferroviario
- 674.460 m² di slp totale prevista, con un indice medio UT di 0,65 m²/ m²
- 155.644 m² di edilizia residenziale sociale (23% del totale della slp)
- 545.000 m² di nuove aree a verde pubblico
Per chi non lo sapesse questi sono gli scali da riqualificare:
- scalo merci di Porta Romana
- scalo ferroviario e della stazione di Porta Genova
- aree ferroviarie e scalo di San Cristoforo
- scalo basso di Lambrate (è una delle aree più piccole con circa 70.000 m²)
- scalo di Rogoredo
- scalo di Greco-Breda
- scalo merci Farini
(Se volete ricevere il documento completo scrivete a lambrateonair@tiscali.it)
ED
ARRIVIAMO AD OGGI. Pochi giorni
dopo l’incontro, giovedì 27 ottobre, sono state presentate in Consiglio
Comunale le linee guida per un nuovo
accordo di programma da proporre alle Ferrovie dello Stato. “La speranza – scrive il Corriere della Sera – è di
arrivare a un testo bipartisan, con il quale l’assessore Maran potrà più
facilmente andare a trattare con le Ferrovie. Un central park sul modello di
New York è la suggestione che conquista tutti”.
Un
“grande parco” presso lo scalo
Farini, la realizzazione di una circle-line
o linea circolare ferroviaria (per accontentare il centrodestra), quote maggiori di housing sociale su tutte
le aree (per accontentare la sinistra più radicale) e una spinta verso “l’uso temporaneo” degli spazi in
attesa della riqualificazione definitiva; queste sono le principali novità
sull’accordo di programma che dovrebbero soddisfare la maggioranza dei
consiglieri, con l’eccezione di alcuni esponenti del centrodestra e del Movimento 5 Stelle che definisce “inammissibile
qualsiasi accordo”.
E A
LAMBRATE? Di Lambrate ha parlato nel suo intervento durante
l’incontro sopracitato l’assessore all’urbanistica del Municipio 3 Antonella Bruzzese, definendo lo scalo di Lambrate uno di quegli
scali con vocazione prevalentemente
residenziale (housing sociale e non) e
di servizi. La Bruzzese non ha nascosto (né risolto) gli interrogativi che
incombono sulla nostra zona visti gli scenari in evoluzione relativi a: PRU Rubattino, caserma militare (ed altre aree di via San Faustino), migrazione
della Statale da Città Studi a Rho. Tutti temi in stand by mentre a pochi passi
sorge il più grande centro commerciale d’Europa...Se i progetti residenziali
dovessero realizzarsi, ha però sottolineato la Bruzzese, questo significherebbe
un aumento della popolazione nell’ordine
dei 5/6 mila nuovi abitanti…e la Ferrovia a quel punto rappresenterebbe
davvero un grosso ostacolo alla viabilità urbana. A proposito di viabilità
riguardo alla riqualificazione dello scalo si è parlato anche di un’ipotesi con
area ciclo-pedonale…come sempre chi vivrà vedrà.
APPROFONDIMENTO. Ma di chi
sono le aree degli scali ferroviari? Di fatto si tratta di proprietà delle Ferrovie dello Stato che infatti hanno
già messo tutto in vendita online: www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/17/milano-fs-vende-online-gli-scali-ferroviari-con-tanto-di-superfici-edificabili-che-pero-non-sono-state-approvate-dal-comune/3104725/
Questa la risposta del Comune:
Ma Arturo
Lanzani nel suo intervento ci ricorda che queste
aree erano del demanio pubblico e sono passate alle Ferrovie solo tramite
decreto giuridico. "Mi scandalizza - aggiunge - pensare che il plus-valore
non sia restituito completamente alla città". Nel vecchio accordo di
programma, infatti, era previsto che solo una percentuale degli utili ricavati
dalla vendita degli scali ferroviari fosse riutilizzata per opere pubbliche.
Oggi non si è ancora toccato questo punto e Lanzani si chiede "perché non
pretendere che l'intero ricavato dell'operazione venga riutilizzato per la
cittadinanza visto che si tratta di ricavi fondati su aree demaniali?".
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